COMUNICATO STAMPA
22/11/2024
Lo affermano provocatoriamente le Segreterie di Filcams, Fisascat e Uiltucs in vista delle festività del 25 Aprile e del 1 Maggio; la situazione nel settore non è del più rosee.
La crisi sta attanagliando le attività commerciali, grandi e piccole, con effetti negativi sugli addetti.
Ad oggi il 40% delle aziende paga con ritardo le retribuzioni, e alcune di esse non hanno ancora liquidato la 13^ mensilità o hanno una o due mensilità a fondo.
La contrazione dei consumi e la minor capacità di spendita dei consumatori, sta determinando contrazioni dei fatturati anche nell'ordine del 20%.
La ricerca incessante dei consumatori al prezzo più basso e agli articoli in promozione riducono drasticamente i margini.
La stessa composizione della spesa media è diversa rispetto al passato, con un maggior ricorso a beni “economici” a dispetto di quelli di marca; di fatto si mangia meno e peggio.
Questo determina contraccolpi ai bilanci aziendali, con imprese costrette a dover ricorrere ai licenziamenti o ad altri ammortizzatori sociali; oltre 5000 nuove Aspi dal settore dall'inizio dell'anno.
In tal frangente non si contano le vertenze aperte, sia con le aziende locali che con quelle nazionali presenti in Sardegna.
E' ormai nota la vicenda di Auchan Italia che, a fronte della perdita di bilancio di 100 milioni di euro registrata nel 2014, pretende un recupero di 50 milioni dal solo costo del lavoro, con la soppressione della 14^ mensilità, del contratto integrativo aziendale, gli scatti di anzianità o la perdita di un livello di inquadramento. Le scriventi, valutando irricevibili le richieste aziendali hanno proclamato lo sciopero per il 25 Aprile e il 9 Maggio p.v..
Anche due catene locali hanno rapinato ai lavoratori la cancellazione della 14^ mensilità di giorni di ferie e permessi retribuiti, grazie a “pseudo sindacati non confederali”, pronti a firmare ogni accordo bidone propinato da aziende, al limite della legalità.
O il caso degli ipermercati aderenti a Federdistribuzione, Auchan, Carrefour, La Rinascente, Iperpan Superemme, Limoni o Metro che, ad oggi si rifiutano di rinnovare il Contratto Nazionale dopo 24 mesi. Ben 220.000 addetti in Italia, di cui 5500 in Sardegna.
Nel 2012, gli ipermercati aderenti a Confcommercio, nell'intento di stipulare un contratto nazionale ad hoc per la Grande Distribuzione Organizzata, costituirono un'associazione datoriale autonoma col fine di meglio tutelare e cogliere le peculiarità del settore. Nelle vere intenzioni, c'era quello di ottenere un CCNL peggiorativo, con retribuzioni più basse, più potere patronale, più precarietà e meno diritti.